INTRODUZIONE


INTRODUZIONE
di Padre Charles Arminjon

Caro Lettore,

Ci è sembrato che uno dei frutti più deleteri del razionalismo, l'errore fatale e la grande piaga del nostro secolo, la fonte pestilenziale da cui sono scaturite le nostre rivoluzioni e i disastri sociali, è l'assenza del senso del soprannaturale e il profondo abbandono delle grandi verità sulla vita futura.
La terra è afflitta da una terribile desolazione, perché la maggior parte degli uomini, affascinati dal richiamo dei piaceri fugaci, e assorti nei loro interessi mondani e nell'attenzione per i loro affari materiali, non focalizzano più i loro pensieri sulle principali considerazioni della Fede, e ostinatamente rifiutano di rievocarli in sé.
Riguardo alla nostra attuale generazione si potrebbe dire ciò che ha detto il profeta Daniele a suo tempo, relativamente ai due anziani di Babilonia:
"Hanno soppresso le loro coscienze, non hanno permesso che i loro occhi guardino il cielo, e non hanno tenuto a mente i giusti giudizi di Dio".
Le due cause di questo letargo indifferente, profondo ed universale sono, ovviamente, l’amore illimitato e l’ignoranza dei piaceri sensuali che, con l’oscuramento dell’occhio interiore dell’anima umana, abbassa tutte le aspirazioni al livello della vita presente e li separa dalla visione della ricompensa che ci sarà. Ora, da quando gli uomini saggi hanno scoperto che le contraddizioni possono essere superate dai loro opposti, ci sembra che il rimedio più efficace con il quale combattere con fiducia contro il male inveterato del naturalismo, era un’esposizione lucida, chiara ed esatta, senza nulla togliere alle verità essenziali sulla vita futura e sul termine inevitabile dei destini umani. Forse saremo accusati di esprimere i nostri pensieri troppo crudelmente e duramente e di affrontare i punti più seri ed importanti della dottrina cristiana, allo stesso tempo modificarli e raddolcirli in modo da adattarli ai pregiudizi o all’apatia di certe anime, non abituate a tali gravi considerazioni – come un dottore che permette con cura solo una limitata quantità di luce ad un amico malato, per non ferire i suoi occhi dolenti con un eccessivo bagliore. Comunque, nell’ordine religioso e soprannaturale, i fenomeni e gli effetti prodotti sull’anima sono spesso l’incontrario di quelli che accadono nell’ordine fisico e materiale. Nel mondo visibile, un’eccessiva quantità di luce abbaglia: porta ad una diminuzione della vista e causa cecità.

D’altra parte, non appena la mente entra nel regno intellettuale ed è trasportata nella vasta sfera della materia invisibile e non creata, l’eccesso non deve più essere temuto. Gesù Cristo è il grande luminare dei nostri intelletti, il cibo e la vita dei nostri cuori: egli non è mai capito meglio o amato di più, che quando si manifesta liberamente nell’integrità della sua dottrina e nei più eminenti splendori della sua divina personalità. L’esempio degli apostoli, che annunciano il Vangelo nel crepuscolo del paganesimo, e con coraggio predicano il Gesù Cristo crocifisso davanti al senato romano e tra i filosofi dell’Aeropago è abbastanza per rivelarci che la Verità attrae le anime naturalmente cristiane, e che essa li illumina e li convince solo fino a quando è presentata loro in tutta la sua forza e in tutta la sua chiarezza. Le nostre prove sono limitate al periodo della nostra vita presente. Se, come sostengono i razionalisti, questa vita è solo un anello nella catena del nostro destino e se il corso del tempo durante il quale l’uomo è soggetto allo sforzo, alla tentazione e all’inganno dei sensi e delle creature dovesse continuare indefinitamente, allora Gesù Cristo non sarebbe mai Re, la virtù non porterebbe alcuna speranza ed il male trionferebbe in eterno.

Quindi, è sicuro che la scena che viene recitata quaggiù raggiungerà, prima o poi, il suo climax e la sua fine. L’umanità entrerà allora in una nuova fase dell’esistenza, e tutto ciò che ci rallegra, e tutto ciò che cerchiamo in questa vita sarà soltanto un’ombra e fumo vano. Questo è un fatto certo che tutte le nostre scoperte e le meraviglie del nostro genio non sono in grado di anticipare. Adesso il valore morale della vita è determinato dal fine al quale essa tende, proprio come l’utilità di una strada è valutata dal viaggiatore solo nella misura in cui essa lo aiuta a condurlo in modo più sicuro e diretto alla destinazione finale del viaggio che lui ha intrapreso. Ugualmente, trattare con la vita figura e gli scopi finali significa realmente ampliare la scienza e la filosofia della vita umana, stabilendo i principi fondamentali sui quali l’interezza della perfezione e della moralità è basata. Il volume delle nostre conferenze che stiamo pubblicando è una continuazione di quella che abbiamo fatto sul Regno di Dio. Il Regno di Dio è inaugurato, cresce e giunge alla sua realizzazione nel corso del tempo; non sarà perfetto e definitivo fino alla fine dei tempi. Così, invece di intitolare il nostro libro “La Fine del Mondo presente e i misteri della Vita Futura”, noi potremmo con equanime giustizia averlo chiamato “Il Trionfo di Gesù Cristo e della Sua Chiesa nella Vita Futura”. Le nostre discussioni e massime sulla vanità dell’aspetto di questo mondo transitorio, la futilità di tutte le imprese fatte senza la prospettiva della fede, che non hanno la conclusione finale come scopo, l’irrimediabile sventura riservata ai malvagi e agli altri nostri soggetti – l’avvento del regno dell’anticristo e il tempio dell’immortalità, ricompensa destinata ai giusti, il ripristino dell’uomo caduto per mezzo della legge del sacrificio e il crogiolo purificatore della sofferenza – ci sembrano utili per diffondere il balsamo della consolazione sui cuori feriti e amareggiati, per sollevare le anime avvilite e scoraggiate e, nei giorni sciagurati e tribolati che stiamo vivendo per aiutare i cristiani a diventare uomini di Sursum, infondendo in loro l’abbandono e pazienza; per, inoltre, rafforzarli in queste sofferenze attuali, aumentando le loro speranze e i loro desideri verso una patria migliore.

Attingendo alle pure fonti della tradizione e dei padri e istruendoci alla luce della Sacra Scrittura abbiamo cercato di soddisfare le anime ansiose e traviate del nostro tempo e di offrire loro la vera soluzione ai misteri della vita come ci è stato insegnato dal cristianesimo. Che possiamo contribuire a far amare Gesù Cristo e la sua Chiesa ed inculcare sempre più in quelli che leggono la nostra opera questa verità cardinale: “servire Dio e seguire i suoi comandamenti è il tutto dell’uomo!” Chambery 8 maggio 1881

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